lunedì 18 dicembre 2017

Centri @ll – in: come cambia il divario digitale

In Italia è ancora molto evidente il divario digitale tra le varie fasce della popolazione. Per ridurre le disparità nell’accesso alla rete, nel 2009 sono stati creati in Sardegna gli @ll-in, cioè centri informatizzati che permettono alla popolazione di accedere a tutte le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Fondamentali in questo senso sono stati i fondi comunitari dell’Unione Europea (stanziati circa 6 milioni di euro), che la Regione ha utilizzato per realizzare centinaia di centri presenti su tutto il territorio.
In particolare, oltre all’alfabetizzazione informatica, il progetto regionale prevede la possibilità di accedere ai servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni, con l'aggiunta di un percorso per il reinserimento nel mondo lavorativo dei cittadini in situazioni di svantaggio sociale o personale grazie a corsi di formazione erogati. Il progetto rivolge infatti un’attenzione particolare a coloro maggiormente esposti al divario digitale come anziani, disabili, ma anche donne e disoccupati, che hanno così la possibilità di accedere alla connessione in banda larga con soluzioni innovative.

Diffusione e caratteristiche principali

Gli @ll-in permettono diverse attività tra cui la navigazione su Internet in maniera controllata, l’utilizzo di tutte le periferiche previste nel Centro e delle piattaforme e-learning per beneficiare dei corsi formativi, nonché l’accesso ai servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni. Il singolo cittadino può usufruire di questa attività attraverso una registrazione con documento e codice fiscale. Gli utenti hanno a disposizione un personale di servizio che ha la funzione di orientamento e supporto nell’utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali. Ogni centro @ll-in è composto da una postazione di lavoro con personal computer collegati in rete e connessi mediante collegamento a banda larga, un access point wireless, una stampante di rete multifunzione, una casella di posta elettronica certificata PEC e lettori di smart card a microprocessore. Tutti i centri @ll-in sono presenti in province, Comuni, Asl, aziende ospedaliere, biblioteche, università, istituti scolastici di vario genere, ma anche associazioni, fondazioni e centri anziani.
(La diffusione dei centri @ll - in alla fine del 2012 pubblicata da "Open Data Sardegna")
Il progetto ha avuto un successo notevole. Nato con l’obiettivo di avvicinare la popolazione sarda al mondo di Internet, considerato che nel 2009 non tutti conoscevano alla perfezione il mondo del Web, oggi giorno si è verificato un miglioramento. Gli investimenti della Regione sono continuati tanto che sono stati aperti oltre cento nuovi centri informatici: dai 135 che hanno aderito al progetto iniziale, se ne sono aggiunti altri 150.
(I dati 2017 disponibili su "Open data Sardegna")

L’aumento dei centri negli ultimi 5 anni

In totale, ad agosto del 2017 (mese in cui l’Ente regionale ha aggiornato i dati), sono presenti ben 285 centri @ll – in. Come si può notare anche dalla mappa, mentre con la prima ondata di finanziamenti FESR dell’Unione Europea questi centri tecnologici erano presenti in maniera ridotta a livello regionale, adesso si sono diffusi a macchia d’olio in tutte le zone della Sardegna, anche in quelle più remote. Una presenza maggiore, senza dubbio, viene riscontrata al Sud dell’isola nella zona di Cagliari e delle province limitrofe. In modo particolare, la mappa è stata ordinata per numeri di computer, un gradiente di differenziazione importante che indica la disponibilità di ogni singolo centro.


La maggior parte dei siti ha almeno a disposizione quattro postazioni per gli utenti che possono sia navigare gratuitamente online che accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione con l’aiuto di un personale qualificato. Emblematico, a riguardo, è il confronto tra i primi centri del 2012 con gli stessi, e i nuovi, del 2017. La Regione Sardegna è riuscita a migliorare notevolmente il progetto considerato che ai 270 computer presenti inizialmente, se ne sono aggiunti altri 298. Al momento, quindi, sono in totale 568.


Un dato significativo che dimostra come i centri @ll – in abbiano avuto un notevole successo tanto da spingere la Regione ad investire maggiori risorse per poter ridurre al minimo il divario digitale. I corsi di formazione, inizialmente previsti, si sono interrotti nel 2012 e in molti siti si sta attendendo un nuovo finanziamento della giunta regionale. Queste lezioni erano fondamentali per la popolazione comune che aveva così la possibilità di accedere al mondo di Internet oltre che conoscere concretamente i rischi e i vantaggi della navigazione. Nonostante, comunque, l’ottimo successo dei centri @ll – in, in alcune zone della Sardegna è presente ancora un "Digital Divide" importante anche a causa della mancata conoscenza del mondo del Web in generale.

Il Digital Divide


Ed è proprio “Digital divide” che nell’isola (come peraltro in diverse zone della penisola) causa diseguaglianze e differenze in termini di accesso ai servizi digitali e alla rete internet. Una delle cause è riconducibile al fatto che l’evoluzione delle reti informatiche e di telecomunicazioni si è fermata alla tecnologia ADSL dei primi anni 2000, ormai datata e superata, con apparecchiature, linee e dispositivi che iniziano a mostrare i segni di invecchiamento. Ormai questa tecnologia non è più sufficiente a garantire tutti i servizi messi a disposizione dalla rete. A tal proposito non sono un caso i molteplici segnali di disagio delle popolazioni, specie quelle dell’interno Sardegna che si sentono escluse in quanto i Digital devide contribuisce ad isolare molte realtà che già soffrono questo problema in altri settori. 

Tuttavia la Regione, a differenza di molte altre in Italia, ha saputo intercettare sin da subito l’esigenza di ammodernare e aggiornare le infrastrutture digitali per connettere tutto il territorio, anche nelle realtà più piccole. Per questo nel giugno 2015 la Giunta Regionale ha sottoscritto un accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico avente ad oggetto lo sviluppo della Banda Ultra Larga nelle aree rurali bianche della regione. Grazie al portale “Sardegnadigital.it” possiamo osservare l’avanzamento dei lavori nella seconda parte dell’anno corrente.

N.B.1: Sono stati eliminati tutti i comuni con progetti annullati o con progetti bloccati. La maggior parte di questi sono confluiti nella sezione dei Comuni in Progettazione, salvo qualcuno tutti comunque entro Giugno 2018.

N.B.2: I comuni con i lavori in corso sono diminuiti e sono passati come terminati, quelli collaudati e pronti per essere quindi attivati sono rimasti invariati a 18. 

Come si può osservare, al netto di alcuni stop imprevisti, i lavori pubblici (insieme a quelli privati, con TIM in evidenza) proseguono piuttosto velocemente, così da rispettare (al momento) i tempi previsti di copertura totale della regione stabiliti dal progetto.

La Sardegna, una Regione digitalizzata


L’Italia al 2017 si trova ancora in fondo alla classifica sulla diffusione della banda larga in area Emea, con una velocità media di 8.7 Mbps e con solo il 78% delle connessioni che superano i 4 Mbps. Dall’analisi dei dati, si denota però come la regione Sardegna stia rispondendo in maniera efficiente al bisogno di adeguare la diffusione della banda larga all’interno del proprio territorio il quale, come parte del piano promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico finalizzato alla diffusione della Banda Ultra Larga sul territorio nazionale, che punta alla copertura totale del suolo italiano entro il 2020, prevede di raddoppiare il numero di unità immobiliari raggiunte, passando dal 42,4% del 2017 all’80,5% entro la fine del 2018. 

I dati mostrano come si continui ad investire sulla diffusione dei centri @all-in, realizzati grazie anche allo stanziamento di fondi europei per l’innovazione italiana come parte del programma Europa 2020 dall’Agenda Digitale Europea, aumentando il numero di postazioni sul territorio del 110% nell’arco di 5 anni e riconoscendo perciò il bisogno e l’interesse da parte della popolazione isolana nello scoprire il mondo della rete, che in pochi anni ha cambiato (e cambierà ulteriormente) l’interazione globale in maniera drastica. La Regione Sardegna, con la diffusione dei centri @all-in, si sta impegnando nell’educazione all’utilizzo della rete internet nel tentativo di renderla un mezzo utile e accessibile a tutti. Sono presenti nei principali luoghi di aggregazione e sono utili per un servizio di tutoraggio per quei cittadini che, con il progresso della tecnologia, rischiano di rimanere ai margini della società. La Sardegna, quindi, ha fatto grandi sforzi negli ultimi anni per essere al passo con l’Agenda Digitale Europea. Tutti i lavori infrastrutturali per garantire una copertura capillare della fibra ottica in tutta l’isola lo dimostrano. Per questi motivi, la Regione può essere considerata una pioniera del Web e della digitalizzazione su più fronti.


Gennaro Esposito
Andrea Celesti
Enrico Salvi
Marco Di Giustino
Maria Chiara D'Angelo
Sabrina Soldati

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